Vittoria Aganoor dall'Armenia all'Italia




Venerdì 7 GIUGNO 2019 presso la sede della Biblioteca Comunale di Codogné

la professoressa Antonia Arslan ha tenuto una conferenza sul seguente argomento:

Vittoria Aganoor dall’Armenia all’Italia





La professoressa Antonia Arslan legge una poesia di Vittoria Aganoor “Pasqua armena”.







LA POETESSA RICORDATA CON UNA INIZIATIVA A CODOGNÈ
Gli scritti dell’Aganoor, nobile e schiva


Chissà quanta corrispondenza preziosa, forse anche quante poesie di Vittoria Aganoor (1855-1910) sono andate disperse. Don Brunone De Toffol, parroco di Farra di Soligo, lo aveva detto ancora quando ebbe la cura della parrocchia di Basalghelle e studiò con passione e competenza la figura e l’opera della poetessa armena appartenente a una nobile famiglia che per lungo tempo visse proprio nella villa ora proprietà degli Arrigoni. Profetico, per così dire, don Brunone. Tant’è che in questi giorni appare all’asta in Ebay (170 euro) proprio una lettera inedita della poetessa. Un autografo, tre facciate in chiara grafia pendente, con una scheda del collezionista. La Aganoor data la sua missiva 1 giugno 1893 dalla villa di campagna. Si rivolge a Giovanni Canevazzi che voleva scrivere una biografia della poetessa. Sembra schermirsi: «Pubblicai qua e là per i periodici le mie liriche, ma non le raccolsi mai in volume, quindi di me non val la pena di parlare». Segue un elenco di vari critici letterari attenti al suo talento e delle opere in cui è stata citata. Termina così: «Altro non posso dirle della mia vita; poco può importare al pubblico, ed a me è caro non aprirne al pubblico le vicende. Non ho ritratti quindi non posso compiacere al suo desiderio». In realtà interessa ancor oggi, eccome, la figura e l’opera della poetessa. Antonio Altinier e il comitato Ctg di Codognè, accanto a varie iniziative per conoscere la civiltà armena, hanno voluto anche il “progetto Aganoor”: una lezione propedeutica con la presentazione della poetessa affidata ad Antonia Arslan dell’Università di Padova, scrittrice e saggista, nota per il best seller “La masseria delle allodole”, cui ha fatto seguito un itinerario letterario a Basalghelle. I soci del Ctg sono stati ricevuti dal vicesindaco Diana Pasquali, da Massimiliano Arrigoni proprietario della villa Aganoor, da Graziano Battistella. Hanno visitato la chiesetta di San Mauro, la parrocchiale di San Giorgio, villa Arrigoni, villa Silvestrini, il cimitero dove riposano i familiari della poetessa, la parrocchiale di Sant’Andrea di Codognè. Nella chiesa di San Giorgio c’è ancora il banco delle contesse Aganoor. E qui merita sostare un attimo. A cavallo tra ’800 e ’900, quel banco si trovava accanto alla porta del tempio, in fondo alla navata, ed era, per così dire, schermato, come una sorta di clausura. La gente del posto affermava che una simile collocazione era dovuta al fatto che gli Aganoor, divenuti padroni di un vasto territorio come conseguenza di un prestito, generosissimi e pii quanto si vuole, di fatto non appartenevano appieno alla Chiesa cattolica, perché armeni. La verità è un’altra. Ce la spiega don Brunone De Toffol. Gli Agonoor erano cattolici a pieno titolo, e praticanti, legati alla comunità armena di Venezia, ma accedevano alla “clausura” in chiesa per la consuetudine del tempo che a messa supponeva fosse opportuno separare gente altolocata dai villici. Orgogliosa l’interpretazione dei vecchi abitanti di Basalghelle! Del resto gli Aganoor volevano costruire la chiesa, ma la gente del posto nicchiava: «La chiesa ce la facciamo noi». Poi, in realtà, come ricorda una lapide, l’aiuto venne accettato.


Barty Stefan











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